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08-08-2004, 17:59 | #1 |
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Città: Vatican City *DILIGO TE COTIDIE MAGIS* «Set me as a seal on your heart, as a seal on your arm: for love is strong as death and jealousy is cruel as the grave.»
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Il fabbisogno energetico italiano
Buongiorno a tutti i frequentatori della nostra nuova bellissima sezione!
Ieri stranamente stavo lavorando e mi è capitato in mano del materiale che sarebbe carino commentare qui. Vi posto qualche immagine. La prima non ha bisogno di commenti particolari...basta leggere, sono i punti salienti del problema che discutiamo. Bisogna premettere che questo materiale è fornito dall'Enel e quindi sottolinea ciò che interessa a loro: i prezzi, la competitività del loro ente. Ma noi non dobbiamo dimenticare che una dipendenza energetica forte non ha solo ripercussioni sulla bolletta, ma anche, per dirne una, sulla politica. La prossima immagine è molto importante e illustra con chiarezza a quanto ammonta il fabbisogno energetico del nostro Paese e come viene soddisfatto. Infine sono elencate le diverse utenze e quale percentuale di energia viene assorbita da ciascuna di esse. Vediamo che le centrali tradizionali coprono il 70% del totale dell'energia richiesta. Il nucleare naturalmente è assente, ma abbiamo una bella fetta di energia (il 15%) prodotta da centrali idroelettriche: energia pulita che costa poco. Purtroppo questa quota percentuale non è destinata ad aumentare: in Italia ormai ogni bacino idroelettrico sfruttabile è stato sfruttato... Infine notiamo la scarsa presenza delle fonti rinnovabili, e naturalmente la ben nota importazione dall'estero, ben il 16% del totale. Ultima nota per l'illuminazione pubblica: assorbe tutto sommato un bel po' di energia... Continua...
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How you have fallen from heaven, O star of the morning, son of the dawn! You have been cut down to the earth, You who have weakened the nations! (Isaiah 14:12) Ultima modifica di ChristinaAemiliana : 12-08-2005 alle 11:55. |
08-08-2004, 18:24 | #2 |
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Abbiamo scoperto che importiamo il 16% dell'energia dall'estero e il resto ce la produciamo noi, un po' con l'idroelettrico ma soprattutto con centrali termoelettriche tradizionali a carbone, gas e petrolio.
Carbone, gas e petrolio sono fonti primarie di energia perché costituiscono "materia prima" da usare per la produzione di energia. Da dove vengono le fonti primarie che usiamo noi? Ecco la risposta. In blu potete vedere la quantità di quella fonte primaria utilizzata in Italia, espressa in megatep (Mtep). Un tep (tonnellata equivalente di petrolio) è un'unità di misura molto utilizzata in energetica e vale circa 12.000 kWh. Naturalmente un megatep equivale a un milione di tep. Per il resto, basta leggere i grafici. Siccome la maggioranza delle nostre centrali termoelettriche, ahimè, brucia petrolio, commentiamo i dati relativi: ebbene, ne bruciamo 93 Mtep dei quali ne importiamo ben 91. Di questi 91 Mtep, 90 sono importati da Paesi extraeuropei, il che, ovviamente, ha la sua rilevanza. Per quanto riguarda il carbone la situazione non è molto migliore, mentre va un po' meglio per il gas. Tuttavia la dipendenza dall'estero, e soprattutto dai Paesi extra UE, è allarmante.
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08-08-2004, 18:31 | #3 |
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Infine l'ultima immagine che voglio mostrare rappresenta il costo del MWh di energia elettrica a seconda della fonte energetica mediante la quale viene prodotto.
Mi permetto di farvi notare il costo del MWh nucleare...e sì, comprende anche le spese di smantellamento dell'impianto a fine vita...
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08-08-2004, 18:52 | #4 |
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se ne può discutere.
Allora, riguardo il nucleare, è vero che è attualmente tra le fonti più economiche, è vero che tra l'altro non produce inquinamento atmosferico, però il problema è lo smaltimento delle scorie. Se ciò viene fatto secondo i più avanzati criteri di sicurezza la cosa mi va più che bene, il fatto è che ho paura che in Italia lo smaltimento sia fatto alla bell'e meglio. Comunque in Germania si sta pensando (o forse è già stato deciso) di rinunciare al nucleare e tornare al carbone, che almeno non viene dal medio oriente. Poi, riguardo le fonti rinnovabili, credevo che ne utilizzassimo decisamente di meno, il 15% non credo che sia un risultato disastroso. Secondo qualche esperto in Italia sarebbe possibile sfruttare le onde del mare per produrre energia? In certi paesi del nord Europa mi sembra che già lo facciano. Quello che comunque assolutamente non va è il 16% di dipendenza dall'estero (in realtà molto di più visto che il petrolio comunque lo importiamo). Quello che non mi sembra di vedere dalle immagini è che il petrolio oltre ad essere la fonte più costosa, è una fonte che proviene in buona parte da una regione del mondo politicamente instabile. (ci pensate, se smettessimo di utilizzarlo oltre ai benefici ambientali l'occidente avrebbe molto meno interesse a controllare il medio oriente, e quindi presumo che diminuisca la minaccia terroristica) |
08-08-2004, 19:02 | #5 |
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08-08-2004, 19:26 | #6 | |
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08-08-2004, 19:32 | #7 |
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Il nucleare non è vantaggioso per i costi di gestione che hanno le centrali.
Le aspettative sono quelle di una diminuzione dell' uso del nucleare a favore del rinnovabile come quello solare dove si tanno sviluppandole tecnologie ( attulamente le efficienze variano tra il 15 e il 20% con silicio e si arriva al 30% con Arseniuro di Gallio)
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«(Le leggi sono moltissime quando lo Stato è corrottissimo)», Tacito A domande stupide è difficile dare riposte intelligenti. A domande intelligenti è difficile dare risposte. Ultima modifica di Alexhwoc : 08-08-2004 alle 19:48. |
08-08-2004, 23:15 | #8 | |
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x Alexhwoc
hai la sign irregolare Quote:
tra poco vi mando la nucleara a rispondervi >bYeZ<
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09-08-2004, 00:00 | #9 |
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E' vero, ragazzi, che molti paesi stanno abbandonando il nucleare, ma bisogna considerare che:
1) Il nucleare si sta abbandonando per motivi legati all'opinione pubblica: la gente ne ha paura e non lo vuole. Non è perché ci si è resi conto che la tecnologia non sia sicura in assoluto, visto che le centrali diventano via via più sicure. Non è nemmeno successo che il nucleare, creduto sicuro, abbia dato problemi assolutamente imprevisti e inaspettati (come è successo, ad esempio, nel caso dell'amianto): gli incidenti più seri sono capitati a causa di incurie al limite della follia (vedi Chernobyl) e i rimanenti non hanno praticamente causato danni. 2) Non si sta abbandonando il nucleare a favore di fonti rinnovabili, ma a favore del carbone, che ha riserve stimate per 200 anni circa (al ritmo attuale di consumo...se passiamo tutti al carbone durerà molto meno), non è una fonte rinnovabile e non fornisce certo energia pulita (la combustione del carbone causa piogge acide e produce anidride carbonica, che è dannosa per l'uomo e per l'ambiente). 3) Attenzione all'equazione nucleare=pericolo per l'uomo e per l'ambiente: pensiamo ai milioni di tonnellate di petrolio finito in mare a causa di incidenti vari (solo di questo tipo ce ne sono stati 7000 negli ultimi 30 anni, e sono solo quelli di trasporto...degli incidenti in fase di estrazione non si sa molto, i Paesi interessati non forniscono stime...); consideriamo che, ad esempio, in Cina muoiono 6 persone per ogni milione di tonnellate di carbone estratto...e in una centrale a carbone si bruciano circa 5 milioni di tonnellate l'anno... 4) Il nucleare dovrebbe essere lasciato in favore di una fonte rinnovabile e ancora più sicura: invece, si propone di tornare al carbone senza risolvere, di fatto, il problema per il futuro. 5) Molti Paesi in via di sviluppo, come l'India, stanno progettando o addirittura costruendo centrali nucleari. Quindi tutto sommato il risultato è che nel mondo le centrali nucleari ci sono ancora, ma spostate in Paesi che non si sa quanto le gestiranno bene.
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09-08-2004, 00:07 | #10 |
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Ancora due parole sulle scorie...
Come dissero bene alcuni utenti in un passato thread sul nucleare: preferisco avere il materiale pericoloso tutto radunato in pochi piccoli depositi che posso controllare e monitorare come voglio, piuttosto che avere milioni di tonnellate di petrolio in giro per gli oceani e l'atmosfera piena di polveri e gas nocivi. Certo, ovviamente anche a me piacerebbe non avere nessun impatto ambientale, ma finché non è possibile scelgo quello che secondo me è il male minore.
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09-08-2004, 04:07 | #11 |
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Perchè non provare a iniziare a sostituire il petrolio/metano per il riscaldamento con questo sistema?
In svizzera, che non è affatto petrolio, ne stanno facendo anche per la produzione di energia elettrica (peccato che non trovo un link!)
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09-08-2004, 04:13 | #12 |
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Ecco, qualcosa l'ho trovato:
http://www.geothermal-energy.ch/it/5...5_dhm_tech.htm Non mi sembra male come idea : Accoppiamento calore-forza senza produzione di CO2 Fonte d'energia autonoma rispetto all'ora del giorno, alle stagioni ed alle variazioni climatiche. Potenziale pressoché inesauribile Funzionamento flessibile Percorso ridotto dei fluidi in superficie Minima incidenza sull'ambiente Ingombro limitato in superficie Energia indigena Creazione d'abilità suscettibile di essere esportata Perchè non iniziare a sperimentare questo tipo di produzione anzichè restarsene con le mani in mano a discutere di nucleare sì nucleare no? Intanto potremmo iniziare a risparmiare petrolio
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09-08-2004, 13:21 | #13 |
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purtroppo la maggior parte della gente è troppo ignorante per riuscire a comprendere il nucleare. Ho paura che per qualche centrale dovremo aspettare di essere sull'orlo del baratro
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09-08-2004, 13:56 | #14 | |
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Per me è solo questione di buon senso, ma d'altronde chiedere ad un ingegnere nucleare numi sul nucleare è come, si dice dalle mie parti, "chiedere all'oste se il vino è buono", visto che con questa tecnologia ci dovrebbe campare .
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Ora pioveva putrìo; tutto era putrìo, ovunque guardasse. Ultima modifica di Zontar : 09-08-2004 alle 14:03. |
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09-08-2004, 14:58 | #15 | |
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09-08-2004, 17:28 | #16 | |
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il fatto è che di alternative non ce ne sono. Le energie come quella solare non sono la soluzione ai problemi che abbiamo. Questo non toglie che il solare dovrebbe essere usato molto di +. |
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09-08-2004, 18:01 | #17 | |
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eppure ho postato anche un disegnino...
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09-08-2004, 18:57 | #18 | |
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Quote:
molto bello ma non è la soluzione, a meno che tu mi dica che produce quanto una centrale nucleare. |
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09-08-2004, 20:03 | #19 |
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Spero di non andare troppo OT ma credo che rientri sempre nel discorso...
Se qualcuno ha seguito la puntata di Superquark di martedì scorso avrà visto che hanno parlato delle scorie nucleari italiane. Scorie che vengono prodotte continuamente, ma non dalle centrali, bensì da ospedali e laboratori di ricerca. Il problema dei siti di deposito di queste scorie quindi non è un qualcosa di vago, ma una necessità concreta a prescindere dal fatto che si continui ad avanzare sempre di più verso il terzo mondo o che si tenti di ritornare tra la civiltà. Il sito di Scanzano, da quello che hanno spiegato, non era così malaccio: un sito deve essere creato dove ci sia una certa tipologia di terreno. Ce ne sono tre tipi (adesso non ricordo quali esattamente, evito di dire boiate ), e uno è sufficiente perchè il sito sia sicuro. Ebbene, Scanzano non ne aveva uno. No. Ne aveva due, uno sopra l'altro. E non solo: un deposito di scorie nucleari non è da pensare alla discarica con i bidoni che arrugginiscono e la gente che cade come mosche stroncata dalle radiazioni con i cadaveri fluorescenti... no no, è uno stabilimento ad alta tecnologia, dove le scorie sono conservate a 600 metri di profondità e in superficie vengono creati laboratori dove si studia la radioattività e vengono formati i nuovi tecnici che si dovranno occupare della manutenzione del sito. Quindi mi viene da pensare: impatto ambientale nullo, sicurezza maggiore degli altri siti europei, creazione di lavoro e di istruzione, ricerca. Ma evidentemente si è preferito dar retta alla massa ignorante -ignorante perchè non sa-, ben manipolata. Povera Italia...
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09-08-2004, 20:25 | #20 | |
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semi ot: l'incidente di oggi in giappone ad una centrale nucleare riguarda le condotte del vapore ,cosa che potrebbe succedere in ogni centrale che sfrutti questo fluido,ancora una volta è l'incuria nn la tecmologia che uccide
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