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21-01-2004, 18:44 | #41 | |
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E va bene va bene. Domani chiedo al Professorone di Analisi II Contento? |
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21-01-2004, 19:07 | #42 |
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0^0=1 inteso come prolungamento per continuita' di x^y
Problema interessante determinare il valore di 0^0. La risposta e' 1 ed e' possibile darne una dimostrazione basata sia sulle proprieta' delle potenze in R*+ che sulla definizione di continuita' di una funzione di due variabili.
Inanzitutto per x>0, y>=0 x^y = e^(y*lnx). Poniamo F(x,y)=x^y, e determinamo il limite in (0,0). lim(x->0)lim(y->0) F(x,y)=1 lim(y->0)lim(x->0) F(x,y)=1 ma non basta. Essendo F una funzione continua di 2 variabili occorre dimostare che qualunque sia la direzione lungo la quale (x,y) tende a (0,0) F(x,y) tende a 1. Per semplicita' si opera una cambio di variabili ponendo x=r cos(theta) r>=0, 0<theta<pi/2 y=r sin(theta) in questo modo F(x,y)=G(r,theta)=e^(r*sin(theta)*ln(r*cos(theta))) e discende da questa funzione che qualcunque sia in valore di theta compreso tra 0 e pi/2 lim(r->0) G(r,theta)=1. Quindi in definitiva lim((x,y)->(0,0)) F(x,y) = 1. Quindi e' possibile prolungare la funzione F per continuita' in (0,0) ponendo F(0,0) =1 ovvero 0^0=1.
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21-01-2004, 19:23 | #43 | |
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Re: Re: 0^0=1 inteso come prolungamento per continuita' di x^y
Quote:
E vero, scusa ma ho sbagliato. Pero' a questo punto lim(y->0)lim(x->0) F(x,y)=0. Sarai d'accordo con me che il resto del ragionamento tiene, nel senso che per (x,y)->(0,0) si ha F(x,y)->1 tranne lungo la direzione x->0 dove lim(y->0) F(y,0)=0 come mi hai fatto notare giustamente.
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21-01-2004, 19:26 | #44 |
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Continuo pero' a pensare che togliendo l'insieme {(x,y) | x =0 } che ha misura nulla in RxR e' possibile prolungare per continuita' F(x,y) in (0,0) ponendo 0^0=1.
Fammi sapere cosa ne pensi.
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21-01-2004, 19:36 | #45 | |
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Re: Re: Re: Re: 0^0=1 inteso come prolungamento per continuita' di x^y
Quote:
Fissando theta tra 0 e pi/2 cos(theta) e sin(theta) non si annullano. Quindi devi solo valutare il limite per r->0. Ora in generale sussiste il seguente limite notevole lim(z->0) z*lnz=0, in questo caso pensa a cos(theta) e sin(theta) come delle costanti avendo fissato il valore di theta; si ha che lim (r->0) r*costante1*ln(r*costante2)=0 quindi e^(0)=1.
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21-01-2004, 19:38 | #46 | |
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Se ho un leone che mi mangia il cuor, se ho una bissa che memagna i piè, se cerco il mare di Shangai e Hong Kong, o se una volta mi innamoro di te, non ho l'arma che uccide il leone, e per la bissa non ho il bastone, verso Hong Kong non possiamo volare, se risposta c'è non è certo controllare... Video meliora proboque: deteriora sequor... Gutta cavat lapidem... Say the words I want to hear for all eternity... |
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21-01-2004, 19:45 | #47 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: 0^0=1 inteso come prolungamento per continuita' di x^y
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No, scusami ma quando fai il limite del espressione non valuti ogni termine singolarmente ma insieme. Per esempio quando calcoli il limite di x->0 di x*lnx secondo il tuo ragionamento dovremme avere una forma indeterminata perche lnx->-infinito quando x->0 ottenendo 0*infinito mentre vale lim (x->0) x*lnx =0. E' un limite notevole.
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21-01-2004, 19:56 | #48 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: 0^0=1 inteso come prolungamento per continuita' di x^y
Quote:
Ho visto adesso nella pagina che hai linkato che 0^0=0. Mi ha lasciato perplesso e sono andato a vedere sulla mia enciclopedia cosa dicono al riguardo di 0^0, e purtroppo per me dicono che 0^0=0. Questo vuol dire che ahime' la mia premessa che l'insieme {(x,y) | x=0} fosse trascurabile per determinare il limite di x^y fosse sbagliata. Accetto il fatto che 0^0=0 ma vorrei vedere una dimostrazione formale.
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21-01-2004, 20:00 | #49 | |
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Ed è proprio quello che accade nel passaggio "(x-x)^(n-n)=((x-x)^n)/((x-x)^n)" nell'ipotesi che n non sia zero. (Ribadisco che il contesto è quello di un'espressione numerica.) |
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21-01-2004, 20:27 | #50 | |
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Re: Re: Re: Re: 0^0=1 inteso come prolungamento per continuita' di x^y
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Visto che penso chel'equivoco nasca da un non corretto uso delle parentesi, perchè non cominciate a usare la notazione latex ? |
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21-01-2004, 21:49 | #51 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: 0^0=1 inteso come prolungamento per continuita' di x^y
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Era scritto troppo piccolo, ed ho confuso 0^a con 0^0. Pero' non mi spiego allora com'e' che nella enciclopedia sostengono che 0^0=0 ? Cmq nel documento che hai linkato c'e' scritto che 0^x=1 per x<>0. "Per quel che riguarda x^0 dicono che Il numero elevato alla zero deve essere diverso da zero!!! ". Ma non sipegano perche' 0^0 e' impossibile.
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21-01-2004, 23:55 | #52 | |
Moderatore
Iscritto dal: Nov 2003
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Quote:
Se n non e' 0, allora (x-x)^n=0^n è "il prodotto di n>=1 termini, tutti uguali a zero", quindi è 0. E nell'ultimo passaggio c'è proprio una divisione per (x-x)^n. |
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22-01-2004, 07:58 | #53 | |
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Per definizione nel campo reale R la potenza 0^a e' definita solo per esponenti positivi comunque piccoli. Questo per quanto riguarda la teoria dei corpi dotati di struttura algebrica. Nel tuo passaggio precedente mi sembra che 1/x-x non sia propriamente un'operazione ammessa. Ciao
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Albert aveva ragione: Dio non gioca a dadi. By Walter ER Cassani |
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22-01-2004, 09:29 | #54 | |
Bannato
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0^0 è una "forma indeterminata" che nasce nel calcolo dei limiti di funzioni della forma f(x)^g(x) Il valore del limite dipende (come in tutte le forme indeterminate) dalla "velocità" relativa con cui i due termini raggiungono il loro valore limite. Se g(x) tende a 0 molto più "velocemente" di f(x) il limite è 1 se viceversa è f(x) il più "veloce" il limite è 0 Ci sono poi casi in cui il limite può essere un numero a piacere, per esempio: lim x^[ln(b)/(x+ln(x))] = b (con b>0) x->0 La scrittura 0^0 rappresenta quindi una forma indeterminata che può assumere valori diversi così come è scritto in tutti i testi di analisi matematica. La posizione 0^0 = 1 è una Verità Supposta di Caparezza (ma non di Caccioppoli) comoda giusto per risparmiarsi la scrittura di un termine in qualche espansione in serie, ma mooolto pericolosa, soprattutto se implementata in codici numerici (Fortran of course). P.S. complimenti a filippom che ha tenuto botta alla carica degli unicorni |
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22-01-2004, 20:06 | #55 | |
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x=r cos(theta) y=r sin(theta) questa applicazione e' un diffeomorfismo di classe c1 dal insieme {r>0, 0<theta<pi/2} -> {x>0,y>0}, e quindi il punto origine non viene toccato.
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22-01-2004, 20:26 | #56 | |
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Il limite di una funzione F in un punto (a) puo' esistere senza che (a) appartenga al insieme di definizione D di F. E' sufficiente che (a) sia punto di accumulazione per D. In questo caso (0,0) e' punto di accumulazione per D={x>0,y>0}.
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22-01-2004, 22:38 | #57 | |
Bannato
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bene allora converti in coordinate polari la curva y = ln(b)/(x+ln(x)) e scapicollati verso l'origine in coordinate polari e vedrai che (come in coordinate cartesiane) il limite di x^y è un valore finito a piacere b. In altre parole il valore limite di x^y dipende dalla "traiettoria", y(x), di avvicinamento all'origine, valore limite che è in generale diverso da 1 come mostrato nell'esempio. Cioè ragazzi ho capito che per non far piantare i codici qualche compilatore "forza" a 1 0^0 ma serve solo a rimandare #NAN error di qualche ciclo. |
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22-01-2004, 22:48 | #58 | |
Bannato
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comunque filippom che vuoi, siamo nel paese dei capannoni, Montedison non c'è più, Fiat quasi, Parmalat per fortuna non ne ho e ... 0^0 fa 1: come dicono i francesi "tout se tient" |
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23-01-2004, 03:21 | #59 |
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....sara, ma qui non si parla di analisi.......si parla di numeri in N, per la precisione di UN numero in N: 0; e basta........i limiti non sposano con la domanda "quanto fa 0^0?" del resto puo essere spiegato che 0^0 sia uguale a 0 senza troppe dimostrazioni; se lo si vede nell' ottica che 0 per un numero arbitrario di volte fa 0, allora 0^0 = 0*a dove a=0.....quindi "0"........se invece lo si vede come 0^1/0^1 si sbaglia perche quell' esempio funziona solo per basi != 0......infatti 0^-1 fa 1/0 che (come forse tutti avranno visto) è !......lasciamo stare le disquisizioni filosofiche sulla matematica.......se vogliamo, a sto punto, nella geometrina non euclidea, due rette parallele possono incontrarsi all infinito, ma direste mai a qualcuno "guarda che due rette parallele possono anche essere incidenti"?? non vedo poi come si possa spiegare con l analisi un problema del genere visto che non si tratta di funzioni ma di valori (non ha neanche senso generalizzare e parlare di variabili e correlarglidelle funzioni per un problema con un solo valore intero e naturale)....magari mi sbagliero, ma magari no.....
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23-01-2004, 13:53 | #60 |
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0^0=1 o 0^0=NaN
Per chiarire in fondo questo quesito matematico ho chiesto aiuto ad un newsgroup di matematici. Allora mi hanno risposto che il valore che si da' a 0^0 dipende dal insieme numerico sul quale uno lavora. Cito testualmente :
Almeno in ambito aritmetico, 0^0=1. Infatti nell'insieme dei naturali la potenza m^n e' definibile in modo del tutto consistente come la cardinalita' dell'insieme delle funzioni da un insieme con n elementi a uno con m. Poiche' esiste esattamente una funzione dall'insieme vuoto a se' stesso (la funzione vuota), 0^0=1. Il fatto e' che in abito reale la definizione di 0^0 come un determinato numero (0,1,69 o altro) e' incoerente con l'estensione delle proprieta' delle potenze alla divisione. Piu' o meno e' lo stesso motivo per cui non si definiscono le potenze di una base negativa ed esponente reale, mentre le potenze a base negativa ed esponente intero relativo sono perfettamente definibili. Quindi in R non si puo' definire in maniera consistente 0^0.
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MICROSOFT : Violating your privacy is our priority Ultima modifica di goldorak : 23-01-2004 alle 14:09. |
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